Il problema della vespa velutina

Vespa velutina è uno dei più recenti problemi quanto a specie invasive alloctone penetrate in Europa. Comunemente chiamata “calabrone asiatico”, questo nome genera spesso confusione con Vespa mandarinia, che è detta “calabrone gigante asiatico” ma che non è presente qui in Europa. Per questo invito d’ora in poi a usare solo il nome scientifico per evitare equivoci.

Photo credits: Husemann M, Sterr A, Maack S, Abraham R. CC BY 4.0 (link)

Le operaie non sono particolarmente grandi rispetto ad altri calabroni, circa 2 cm di lunghezza (poco meno del calabrone europeo, Vespa crabro); ma la pressione esercitata da questa specie è maggiore. Il problema principale è l’impatto gravoso per l’apicoltura.

A differenza del calabrone europeo autoctono, Vespa crabro, che solo occasionalmente preda api e la cui presenza è comunque in equilibrio con le altre specie del territorio, Vespa velutina NON si è evoluta qui e quindi NON è in equilibrio; anzi, predilige concentrarsi sull’attaccare le api domestiche che rappresentano un bersaglio facile.
Le api dell’estremo oriente si sono (co-)evolute per far fronte a queste minacce e per questo sono in equilibrio con i loro predatori; ma quelle nostrane sono pressoché inermi. Non stupisce che la vespa velutina ne faccia strage in maniera opportunistica.

Oltre a ciò, questa specie danneggia la biodiversità e minaccia altri insetti impollinatori selvatici, ed è un rischio per la salute pubblica in quanto edifica sovente nidi in prossimità di abitazioni, abitati da migliaia di esemplari che li difendono con ferocia (ma individui isolati non sono più aggressivi di altri calabroni e non reagiranno se non disturbati).

Come già detto, Vespa velutina è forestiera, alloctona. È originaria del sud est asiatico, dove ne esistono 13 varianti distinguibili per la livrea. Quella introdotta qui è detta nigrithorax (in foto). È stata trasportata accidentalmente in Francia nel 2004. Nel 2010 viene avvistata in Spagna, nel 2011 in Portogallo, nel 2012 arriva in Italia. Dopodiché, viene individuata in Germania nel 2014 e in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi nel 2016. La sua prolificità, l’aumento delle temperature medie e la facilità con cui può reperire cibo ne stanno favorendo la diffusione.

Attualmente la sua presenza è stabile nella provincia di Imperia, con avvistamenti nei territori circostanti (Savona, La Spezia, Piemonte meridionale e Toscana settentrionale). Il suo areale si sta espandendo, ma bisogna evitare allarmismi segnalandola dove non c’è ancora. È improbabile che di punto in bianco salti dalla Liguria alla Puglia. Purtroppo spesso la gente avvista una normale Vespa crabro (oppure Vespa orientalis al sud) e la scambia per Vespa velutina. I giornali peggiorano scambiando nomi e foto. Fate attenzione!

Ecco qui a confronto il calabrone comune europeo Vespa crabro, a sinistra, rispetto al calabrone asiatico Vespa velutina, a destra. L’immagine è molto utile per metterli a confronto e imparare a riconoscerli e distinguerli:

Photo credits: Eric Darrouzet, IRBI / Université de Tours (link)

Se catturate o fotografate esemplari, potete inviare la documentazione al progetto europeo Life StopVespa o alla rete ministeriale StopVelutina che linko qui sotto, con modulo per le segnalazioni, approfondimenti e consigli.

Riferimenti:

1) https://www.vespavelutina.eu/it-it/
2) http://www.stopvelutina.it/
3) Un paper sulle diverse varianti e la loro distribuzione nel sudest asiatico: https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0094162

2 pensieri su “Il problema della vespa velutina

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